Il ritratto di Teofilo Patini realizzato da Nicholas Tolosa costituisce una sincera celebrazione del pittore originario di Castel di Sangro (AQ), città dove Tolosa ha esposto le sue opere in due occasioni: al Museo Civico Aufidenate e alla Pinacoteca Patiniana (2017). La stima di Nicholas Tolosa nei confronti del pittore abruzzese non deriva unicamente dall’amore dei due artisti per la stessa città, Napoli – dove Patini si dedicò agli studi filosofici e pittorici e dove Tolosa insegna e lavora– ma soprattutto da una affinità tematica, dallo sviluppo in pittura di questioni sociali e politiche. Nato nel 1840, da convinto socialista, Teofilo Patini dipingeva la realtà contadina abruzzese del suo tempo, ponendo in evidenza la povertà e la fatica, ma anche la resistenza e lo spirito di sacrificio del popolo.[1] Nicholas Tolosa, similmente, si dedica alla narrazione di tematiche e criticità attuali attraverso rappresentazioni chiare e incisive.

Il ritratto di Teofilo Patini è ispirato all’Autoritratto dello stesso, conservato alla Pinacoteca Patiniana, e ne risulta quale estrema sintesi, seppure figurativa. Le sfumature di grigio tipiche delle tele di Tolosa; lo sfondo nero che tuttavia lascia intravedere, schiarendosi, la forma del cappello dell’artista; un chiaroscuro poco realistico, contrariamente a quello usato da Patini nelle sue opere: questi elementi restituiscono allo spettatore un’immagine fedele pur senza eccesso di dettagli. Nicholas Tolosa riesce ancora una volta a far emergere l’essenza: attraverso il naso dritto che taglia in due il quadro in verticale, il baffo orizzontale e imponente e gli occhi espressivi leggermente “schiacciati”. Viene fuori, quindi, un Teofilo Patini vero ed essenziale, un omaggio sincero da un artista a un altro,incontro di due pittori che hanno in comune più di quanto si possa pensare.

 

 



[1]Teofilo Patini. Una pittura sociale, <http://www.altosangro.com/pages/74-teofilo-patini-una-pittura-sociale>, consultato il 13 febbraio 2023.