L'opera, seppur dalla titolazione esplicita, appare alquanto enigmatica nella lettura complessiva. L'occhio, di memoria surrealista, nella sua frontalità, impone un confronto serrato con l' osservatore, il quale, specularmente, diventa l' osservato. Ugualmente, la lacrima, elemento dalla nota fortuna iconografica, risulta evanescente e ben definita, al contempo. In questa rete di reciprocità, l' apparato figurativo si fa riconoscibile, attraverso ritmi lineari sintetici, qualificati ulteriormente da uno spettro cromatico asciutto e impostato sulle gradazioni del grigio. L'artista, dunque, consegnando al soggetto la centralità dello spazio visivo, ne corrobora il valore comunicativo, al punto di moltiplicarne le possibilità di senso.